giovedì 29 agosto 2013

VOLVER

Tornare è un'azione che mi affascina e mi inquieta allo stesso tempo. Mi piace soprattutto pensarla in spagnolo, perchè secondo me in volver sta racchiusa tutta la passionalità che un ritorno può significare.
Si ritorna per tanti motivi, in mille luoghi e da determinate persone.
Si ritorna infinite volte, oppure una sola volta per non andare più via...o per andare via per sempre.
Si ritorna perchè qualcosa o qualcuno ci manca, si ritorna da un lungo viaggio, o per amore, per lavoro, per amicizia o semplicemente perchè ci andava di tornare.
Si ritorna nei pensieri di qualcuno. Di quel qualcuno che se ne è andato, o da cui ce ne siamo andati noi.
Si ritorna anche quando ormai è troppo tardi.
Quante emozioni stanno racchiuse in un ritorno. Quante attese lo precedono, quante domande lo accompagnano.
Volver. Tornare.
A volte è così difficile tornare. E a volte è anche difficile accettarlo un ritorno. Perchè tante cose sono inevitabilmente cambiate, e non c'è niente da fare: c'è solo un vuoto che bisogna cercare di colmare. In qualche modo. Nel modo meno doloroso possibile.

E così capita che una sera di fine agosto, quando ormai non ci pensi più, quando ormai la tua mente è piena di cose felici, di sospiri, di sorrisi, di baci che sanno di buono, di carezze che accendono la pelle, è così che succede che LUI ritorna e ti ritrovi all'improvviso faccia a faccia con i fantasmi del passato, e questi fantasmi sono carne e ossa, sono un profumo che la memoria non dimentica, sono due occhi azzurri che ti entrano dentro e fanno male, male, male.
"Eva" - è la sua voce, ancor prima delle sue mani a scaraventarmi indietro di qualche anno, in luoghi e situazioni che non mi appartengono più.
E' tornato, ha chiesto di me, è venuto a cercarmi. E' tornato, anche se in realtà quella che se ne è andata sono io. Me ne sono andata da un uomo che non poteva amarmi, da un uomo già impegnato, da un uomo troppo più grande di me, da un uomo che mi ha consumato anche l'anima.
E adesso è lui, qui davanti a me, che dice di essere tornato. Che non si rende conto che me ne sono andata io. Così come non si è mai reso conto che io ero innamorata di lui. A dire la verità non si è mai reso conto di un cazzo lui. Ha sempre e solo voluto vedere e capire quello che gli pareva. E mi ha spezzata. E mi ha cambiata. Per sempre.
E forse se ne accorge adesso, che tenendomi stretto a lui, mi costringe a guardare il nostro riflesso in una vetrina. Mi dice di guardare, perchè siamo belli insieme, siamo perfetti. E quella presa così stretta e sicura di chi sa quello che vuole, insieme all'immagine di noi riflessa, mi riporta indietro a quella sera di qualche anno fa. Quando occhi sconosciuti ci guardavano, quando mani sconosciute toccavano la mia pelle nuda. E io non potevo scappare, la sua presa mi teneva stretta, una preda senza scampo, costretta a guardare quella scena allo specchio "E' solo un gioco, e tu sei così bella, siamo così belli insieme" mi sussurrava nell'orecchio. Ma io tutta quella bellezza non la vedevo, mi faceva solo schifo.
E' così che mi ha perso. E può tornare anche infinite volte, ma sono io quella che se ne è andata..e anche se era amore non torno indietro più.


C´era tra noi un gioco d´azzardo
ma niente ormai nel lungo sguardo
spiega qualcosa,
forse soltanto
certe parole sembrano pianto,
sono salate, sanno di mare
chissà, tra noi, si trattava d´amore…

martedì 6 agosto 2013